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Entro Le Mura

Partendo dalla Piazzetta ai piedi della Fortezza ed inoltrandosi per la via Roma, è visibile subito a destra il convento delle Clarisse, edificato in più tempi dal 1610 al 1646 inglobando l'antico edificio del palazzo del Vicario, che faceva angolo con un portico sulla piazza della chiesa.

Partendo dalla Piazzetta ai piedi della Fortezza ed inoltrandosi per la via Roma, è visibile subito a destra il convento delle Clarisse, edificato in più tempi dal 1610 al 1646 inglobando l'antico edificio del palazzo del Vicario, che faceva angolo con un portico sulla piazza della chiesa, e varie case ed orti di privati in direzione della Fortezza. Sulla sinistra, il marcapiano in pietra identifica l'antica casa di abitazione della famiglia Guiduccini, attiva tra il '400 e il '500 nel campo dei trasporti mercantili tra la Lucchesia e la Valdinievole verso la Valle Padana, le Alpi e Lione. Prima di giungere sulla piazza della chiesa, a sinistra l'arco di una tipica "troncatoia", cioè un passaggio coperto che unisce i vari assi viari del paese, di cui esistono ancora cinque esempi nel paese.

La piazza della chiesa anticamente era assai diversa. case più basse, coperte in parte di piastre d'ardesia, con scale esterne e sovrastrutture in legno, un portico davanti alla porta della chiesa, un altro sul cantone del palazzo del Vicario, del quale esistono ancora gli stemmi dei Vicari fiorentini e lucchesi murati nella parete.
A sinistra, sul fianco della chiesa, la discesa che portava al forno comunale, a sinistra la stretta via che conduce alla Porticciola, stretta apertura nelle mura castellane, al servizio diretto del Vicario. La piazza, nella quale sorge il monumento ai Caduti, si appoggia direttamente sulle mura, dalle quali si può osservare lo sbocco della Piana di Lucca nell'alveo dell'antico Lago di Sesto, ai piedi del Monte Pisano.
Riprendendo la via principale verso la Porta Nuova, si viene accompagnati sui due lati della strada da una serie di case risalenti ai secoli XVII-XVIII, ornate da marcapiani lapidei e da portali sovrastati da stemmi gentilizi: a destra, dopo il palazzo già Bientinesi (appartenuto all'archiatra granducale Bianchi), dal giardino del quale sporge la chioma di una grande arancio, l'antico Palazzo Comunale, sulla cui facciata sono murate le lapidi che ricordano la fondazione del paese ed i risultati del celebre plebiscito toscano del 1860, che legò le sorti dell'antico Granducato a quelle del Regno di Vittorio Emanuele Il. Più avanti, sempre sulla sinistra, la lunga facciata del palazzo oggi Mazzini, ma già delle famiglie fiorentine dei Bardi e dei Capponi, la cui porta è sovrastata dalla lapide che ricorda la visita del granduca Ferdinando III di Asburgo Lorena, nel 1822.
Arrivati davanti alla Porta Nuova, così chiamata per essere stata riaperta soltanto nel 1598, dopo un utilizzo plurisecolare quale pendant della Fortezza principale col nome di "Rocchetta", si apre a sinistra la Via del Cerruglio, avanzo della antica via che correva all'interno ai piedi delle mura castellane per tutto il loro circuito. La via era anticamente detta di Pellicceria, ripetendo così il nome di un'antica contrada della distrutta Vivinaia. Si incontra subito una torre rotonda, detta anticamente "la Tonda" e poi, popolarmente, la "Tomba". Percorso il tratto sterrato, si incontra sulla destra una antica bottega settecentesca dal tradizionale ingresso a forma di T, una volta comunissimo in Toscana. Poco avanti, quasi di fronte alla troncatoia che si immette in via delle Mura, sono visibili belle finestre in pietra e portali. Procedendo verso la chiesa si incontra a destra la bella facciata, ornata nel semplice stile toscano, del palazzo Borgi, corredata da panchine in pietra serena e da un integro portale. Sempre sulla destra, si trova la porta d'ingresso della "Chiesa Nuova", oggi sede dell'Arcinfraternita della Misericordia, in antico della Compagnia del Crocifisso, che la edificò intorno al 1575.

Una volta terminata via del Cerruglio e giunti sul fianco della chiesa, si volta a destra per la discesa: questa, detta oggi via della Collegiata, era l'antica via della Gracchia. Dopo pochi metri si giunge ad un quadrivio dove, a sinistra, un altissimo arcone copre il passaggio sotto l'abside della chiesa Collegiata, che qui meglio che altrove rivela l'imponenza della sua struttura. Sempre sullo stesso quadrivio, a destra la via Lorenzini, che porta il nome di una antica famiglia montecarlese, la quale aveva assunto lo stemma parlante della grata del martirio di S. Lorenzo. Questa via conduce tra case medioevali alla cinta muraria: sono da notare sulla destra la costruzione rosseggiante ed assai elevata della già ricordata Chiesa Nuova, il cui ingresso è in via del Cerruglio, e un orto pensile che apparteneva un tempo all'Ospedale fiorentino del Bigallo; sulla sinistra, un raccolto giardino riparato da un muro, sull'antica "Piazzettina". Giunti al termine della via Lorenzini, si prende a sinistra lungo le mura. E' questo un tratto pressoché intatto della antica via di circonvallazione interna delle mura paesane. L'antico acciottolato in ripida discesa conduce ad un passaggio coperto che sbocca alla Porta Fiorentina. Una volta davanti alla Porta Fiorentina, è possibile risalire alla Piazzetta davanti alla Fortezza tanto seguendo la via Carmignani proprio dirimpetto alla Porta, quanto inoltrandosi per via Carli e girando per via Cairoli.
Chi segue, venendo dalla Porta, la via Carmignani (già "via di Porta Fiorentina"), che prende il nome da una famiglia locale nota fin dal XIV secolo, troverà subito a sinistra, accanto alla volta per cui si è venuti da via delle Mura, un palazzo di architettura barocca, palazzo Togneri, notevole perché quasi privo di analogie ornamentali col resto delle costruzioni del paese, tutte di impianto medioevale e rinascimentale, ed aggiornate comunque con molta sobrietà al gusto dei secoli successivi. Salendo lungo la strada, da uno spiazzo aperto sulla sinistra nella filata delle case, una bella prospettiva di costruzioni medioevali. A destra, segnalato da un cartello turistico, l'ingresso del settecentesco Teatro dei Rassicurati. Proseguendo in salita verso la Fortezza, si trova sulla destra la seicentesca facciata del palazzo già Carmignani, poi Lavagna: di fronte, la salita e la troncatoia che immettono di nuovo in via Roma.
Chi, invece, dalla Porta Fiorentina, prende a sinistra ed entra in via Carli, può osservare subito a destra un notevole palazzo in laterizio e in pietra serena, tradizionalmente indicato come "Palazzo del Capitano"; alla costruzione è annesso anche un bell'orto chiuso, circondato dalle mura castellane, formanti all'esterno della Porta Fiorentina un bastione quadrangolare avanzato, restaurato dopo i gravi danni subiti nell'ultima guerra. L'incrocio di via Carli con via Cairoli è uno dei punti più pittoreschi della passeggiata interna alle mura paesane: in fondo alla stradicciola torreggia la Porta Fiorentina con l'antica scaletta d'accesso al camminamento sulle mura; da un lato il rosseggiante Palazzo del Capitano, dall'altro una non meno interessante ed antica costruzione, che ha conservato ed in parte ripristinato le quattrocentesche finestre ad arco e si adorna, all'ultimo piano, di una graziosa e caratteristica altana. Salendo lungo la via Cairoli, ex "via del Teatro" e, ancor prima detta "Pescheria" dal nome di un'omonima strada dell'antica Vivinaia, sopravvive la vecchia biglietteria del Teatro dei Rassicurati, che, prima dell'ultimo restauro, aveva qui il suo ingresso principale. Anche la via Cairoli, come la via Carmignani,, sbocca nella Piazzetta della Fortezza, proprio in corrispondenza del massiccio torrione mediceo.

Ultima modifica: venerdì, 03 febbraio 2023

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